La Tunisia, al centro del Maghreb, ha assorbito più di altri Stati islamici una certa cultura “laica”, introducendo sotto la guida del primo presidente Bourghiba una legislazione di tipo occidentale. Nel 1987 un colpo di stato portò al potere Bel Ali, e l’instaurazione di un regime oppressivo e corrotto.
Il 17 dicembre 2010 è una data importante: il giovane venditore ambulante Mohamed Bouazizi si diede fuoco per protestare contro le angherie della polizia. Fu la scintilla della “Primavera Araba”, una grande rivolta popolare che portò alla deposizione e alla fuga di Ben Ali meno di un mese dopo, il 14 gennaio 2011. La rivolta si estese anche all’Egitto e alla Libia. Dopo un periodo di instabilità politica, il 26 gennaio 2014 è stata approvata una nuova Costituzione dal Parlamento tunisino.
La Chiesa in Tunisia è attiva in molteplici attività sociali, soprattutto scolastiche e sanitarie, gestite dalla diocesi di Tunisi – unica diocesi del Paese –, grazie a diverse congregazioni. La Caritas in quanto tale opera dal 2011.
Le attività principali promosse da Caritas Tunisia sono l’assistenza e l’accompagnamento a migranti sub-sahariani, il sostegno ai detenuti , la formazione scolastica e professionale per giovani, l’avvio di attività economiche per le donne e persone disoccupate, il sostegno alla salute, i microprogetti di sviluppo.
Gli interventi di Caritas Italiana
Caritas Italiana collabora con Caritas Tunisia nell’ambito della mobilità umana, con un progetto pluriennale che prosegue nel 2023 in favore di migranti presenti nel paese nell’ambito della campagna “Liberi di partire, liberi di restare” della Conferenza Episcopale Italiana. Inoltre collabora per il sostegno alle fasce più vulnerabili di ogni nazionalità.
Alcune Caritas diocesane italiane hanno avviato iniziative di scambio volte a favorire il dialogo tra le sponde del Mediterraneo e avviare collaborazioni in favore delle fasce più svantaggiate della popolazione.
Aggiornato il 26 Ottobre 2023