Dal 10 al 16 settembre si è svolta in Siria la missione di una delegazione di Caritas Italiana guidata dal direttore, don Marco Pagniello. In quei giorni sono state visitate le comunità di Damasco, Aleppo, Homs e Ghouta, provate da oltre un decennio di guerra e dal terremoto dello scorso febbraio.
«Per noi è importante essere in questi giorni in Siria per manifestare la nostra amicizia, la nostra presenza, per incoraggiare il lavoro prezioso che Caritas Siria sta realizzando a fianco delle comunità sofferenti colpite da 13 anni di guerra e dal devastante terremoto dello scorso febbraio», spiega don Marco Pagniello.
Tanti i progetti di Caritas Syria visitati dalla delegazione nel corso della missione e sostenuti da Caritas Italiana: dalla risposta emergenziale per le comunità colpite dal sisma, alla riabilitazione post terremoto di abitazioni e piccole imprese danneggiate dagli effetti delle scosse telluriche; dall’assistenza medica ambulatoriale e per malati cronici, alle mense per assistere nel quotidiano tante comunità affamate dalla guerra; fino ad arrivare a progetti di riabilitazione psicosociale e riconciliazione destinati in particolare ai giovani, come i corsi di formazione artistica che si svolgono nel Centro Giovani di Caritas Syria a Damasco, fondato nel 2018.
«Il conflitto nel corso degli anni – ricorda mons. Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo, già presidente della Caritas nazionale – ha provocato ingenti danni agli alloggi e alle infrastrutture, minando gravemente la situazione abitativa della Siria. Le devastazioni causate dalla guerra hanno determinato lo sfollamento di 13,4 milioni di siriani e, ironia della sorte, il terremoto ha colpito più duramente proprio i quartieri urbani maggiormente afflitti dalla povertà e con carenze di infrastrutture. Da febbraio, nella sola Aleppo, sono infatti crollati 1.700 edifici e altri 13.200 sono stati evacuati per necessità di interventi strutturali. Ogni giorno aumenta la domanda di residenze alternative e sempre più persone lottano per mantenere un tetto sopra la testa cercando di pagare costi di affitto estremamente elevati».
«La situazione in Siria non va assolutamente dimenticata. Va invece raccontata, perché c’è tanto da fare, c’è tanta ingiustizia. Ma ci sono anche segni di speranza, di novità, soprattutto da parte di tanti giovani che vivono forte il desiderio di restare nella propria terra per costruire il bene comune. Per questo come Caritas siamo chiamati ad affiancarli e sostenerli in questo cammino», conclude don Pagniello.
Aggiornato il 20 Settembre 2023