Cinquant’anni di regime in Siria della famiglia Al-Assad, di cui quasi quattordici nel vortice di una guerra civile. Tutto questo è stato spazzato via in solo 11 giorni, dopo che il 27 novembre scorso i ribelli siriani hanno avviato una travolgente offensiva contro il governo di Bashar Al-Assad, salito al potere alla morte di suo padre Hafez Al-Assad nel 2000. Nella notte fra il 7 e l’8 dicembre gli insorti hanno dichiarato di aver preso il controllo di Damasco, capitale del paese, proclamata “libera”, mentre circolavano nel frattempo notizie sulla fuga del presidente Assad a bordo di un aereo speciale diretto verso una destinazione ignota. Il gruppo principale dell’offensiva, iniziata nel nord, è il movimento jihadista Hayat Tahrir al-Sham (HTS), guidato da Abu Mohammed Al-Jolani. Il leader ribelle, negli ultimi giorni, ha iniziato a usare il suo nome originale, Ahmed al-Sharaa, al posto del suo pseudonimo di battaglia. L’intento fa parte di una più ampia operazione di immagine, volta a proporre HTS e il suo leader come interlocutori presentabili e lontani dagli aspetti più radicali del jihadismo sunnita. La caduta di Assad, impensabile fino a poche settimane fa, apre scenari nuovi per il Paese e per la regione, rappresentando una rivoluzione dello scacchiere politico mediorientale.
La crisi umanitaria, alcuni dati
La transizione politica si inserisce in un quadro drammatico ormai da più di un decennio. Nonostante la crescente violenza nel Paese e il peggioramento della situazione umanitaria, la risposta della comunità internazionale ai tanti bisogni della Siria rimane debole. Al 1° dicembre, il Piano di risposta umanitaria della Siria 2024 (HRP), che prevedeva 4,07 miliardi di dollari, era finanziato solo per il 29,4%.
Questi, in sintesi, i principali bisogni umanitari nel paese dopo 13 anni di guerre :
23.5 MILIONI Popolazione stimata in Siria secondo le Nazioni Unite – Febbraio 2024
1.1 MILIONI Persone sostenute da WFP per i bisogni alimentari di base – Giugno 2024
16.7 MILIONI Persone che necessitano di aiuto umanitario – Febbraio 2024
12.9 MILIONI Persone colpite da insicurezza alimentare – Febbraio 2024
7.2 MILIONI Persone costrette a scappare dalla propria casa e rifugiati interni – Luglio 2023
Gli interventi di Caritas Italiana
Attualmente Caritas Italiana è presente in Siria con due operatori (ad Aleppo e Damasco), e in coordinamento con Caritas Siria attende gli sviluppi della situazione politica proseguendo le attività con due principali obiettivi: mantenimento dei progetti in corso e analisi dei nuovi bisogni inseguito alla caduta del regime di Assad. Quest’ultimo punto sarà supportato da una mappatura del territorio siriano anche in termini di una più estesa collaborazione con ong, associazioni, organizzazioni locali.
Dall’inizio della crisi siriana e in seguito al devastante terremoto del 2023, Caritas Italiana è attiva a sostegno della popolazione siriana, in collaborazione con le Caritas di tutti i paesi colpiti dall’emergenza, alcune congregazioni religiose e altre organizzazioni. Un impegno complessivo dal 2011 con decine di progetti in 11 paesi (Siria, Libano, Giordania, Turchia, Iraq, Grecia, Cipro, Albania, Macedonia, Serbia, Bosnia-Erzegovina) per un totale di oltre 8 milioni euro stanziati derivanti da donazioni e dall’otto per mille alla Chiesa Cattolica. I programmi in atto e le prospettive per il futuro riguardano principalmente l’aiuto d’urgenza, interventi sanitari, iniziative per la promozione della pace e la riconciliazione, la riabilitazione socio-economica, l’accompagnamento e la formazione delle organizzazioni locali.
In Siria, in particolare, negli anni 2021/2022 si sono sostenuti alcuni dei progetti attuati da Caritas Siria a Homs, Damasco-Ghouta, Lattakia, Aleppo e Hassakeh principalmente con aiuti d’urgenza, alloggio, sostegno educativo e psicologico, assistenza sanitaria. Nel 2023 l’impegno di Caritas Italiana si è concentrato nelle aree colpite dal terremoto ad Aleppo e Littoral e nell’area di Damasco, Ghouta, per fornire aiuti alla popolazione colpite dal sisma e dalla guerra con un sostegno a famiglie vulnerabile e ai giovani con: distribuzione di beni di prima necessità, la riparazione di abitazioni, il ripristino di attività produttive, l’appoggio all’inclusione lavorativa.
A Damasco prosegue il programma pluriennale in favore della formazione e l’impiego lavorativo dei giovani e della loro convivenza pacifica. In particolare si è aperto il primo centro giovanile che offre corsi di formazione nell’ambito dell’artigianato tradizionale damasceno (Ajami) con il duplice obiettivo di acquisire competenze a scopo professionale e di favorire l’incontro e il dialogo tra giovani di diversa estrazione sociale e religiosa. Gli interventi in Siria di Caritas Italiana sono possibili grazie anche a contributi dell’8xmille della Chiesa cattolica.
Le azioni della Chiesa e della rete Caritas
L’azione di Caritas Italiana si inserisce nel quadro più ampio degli interventi della rete Caritas in Siria e negli altri Paesi coinvolti dalla crisi. Caritas Siria è impegnata nel portare aiuto in tutto il territorio nazionale a più di 100.000 persone, attraverso la distribuzione di aiuti alimentari, beni di prima necessità, sussidi economici, assistenza medica e psicologica, sostegno all’educazione scolastica e all’alloggio, protezione per i più vulnerabili (bambini, anziani e donne).
La guerra ha provocato 6,6 milioni di profughi rifugiatisi in altri Paesi del Medio Oriente e in Europa. La rete Caritas si è attivata sin dai primi momenti, offrendo aiuti di urgenza (generi di prima necessità e alloggio), formazione, orientamento sociale e protezione per i più deboli in Libano, Giordania, Turchia, e lungo la rotta Balcanica con interventi in Grecia, Serbia (tuttora in corso) Albania, Macedonia, Austria, Bulgaria e Bosnia Erzegovina.
Caritas Italiana ha promosso diverse campagne, come “Amata e martoriata Siria” in collaborazione con TV2000, Avvenire e Banca Popolare Etica, oppure le maratone televisive sempre con TV2000 nel corso del 2023 e ha aderito alla campagna “Siria: la pace è possibile” promossa a livello internazionale dalla Santa Sede e dalle Caritas di tutto il mondo.
Aggiornato il 9 Dicembre 2024