L’ipotesi di progetto “Donne con prole” nasce nel settembre 2012 dall’impegno comune del direttore della Caritas Italiana, Don Francesco Soddu, del direttore della Fondazione Migrantes, mons. Giancarlo Perego, e dell’Ispettore Generale dei Cappellani, don Virgilio Balducchi, previo accordo con Giovanni Tamburino, allora capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP).
L’idea era quella di porre un segno tangibile di vicinanza della Chiesa italiana alle madri che vivono in carcere, per offrire, a quelle donne prive di possibilità proprie, un luogo di accoglienza per vivere il proprio vissuto materno in un luogo diverso dal carcere.
Una apposita indagine conoscitiva, svolta nel 2012 dall’Ispettorato attraverso i Cappellani delle Carceri, rilevò la presenza di diversi casi di madri detenute sul territorio, le cui caratteristiche erano compatibili alle finalità di accoglienza del Progetto. Nel contempo furono individuate trentadue strutture sul territorio, disponibili all’accoglienza. Successivamente, in base a una analisi di fattibilità, sono state selezionate le dieci comunità che hanno partecipato all’accoglienza.
Dopo aver incrociato i dati in possesso dell’Ispettorato con i dati resi disponibili dal DAP, sempre attraverso l’opera dei Cappellani si attuò un primo intervento conoscitivo, allo scopo di verificare la disponibilità delle donne con bambini ad essere accolte in una struttura di accoglienza. Rilevato l’interesse di venti donne, il Progetto fu poi proposto al parere della Conferenza Episcopale Italiana, che nel febbraio 2013 dispose uno stanziamento di un fondo pari a duecentomila euro annui, per due annualità, da destinarsi come contributo per l’accoglienza delle ospiti presso le strutture resesi disponibili. Tale contributo prevedeva un rimborso giornaliero anticipato pari a trenta euro per donna, erogato su base trimestrale.
L’intervento è divenuto operativo a partire dal mese di marzo del 2013. Ad oggi 28 donne con bimbi sono state accolte in comunità. L’ultimo inserimento risale al mese di aprile 2017. All’iniziativa hanno collaborato in modo continuativo, oltre gli organismi promotori, anche la Comunità Sant’Egidio e la comunità Papa Giovanni XXIII, e varie piccole realtà di accoglienza legate al mondo della Caritas.
Aggiornato il 29 Marzo 2023