1971 – Le radici della carità
Caritas Italiana nasce il 2 luglio del 1971, per volontà di papa Paolo VI: fu proprio papa Montini a sciogliere nel 1970 la Pontificia opera di assistenza (Poa) e a incoraggiare un nuovo stile nella pastorale della carità. Una carità che rispecchiasse appieno lo spirito del Concilio Vaticano II, impegnata a promuovere la giustizia e a liberare i poveri dalla dipendenza altrui. L’obiettivo era sostituire un approccio assistenziale e assistenzialista con un’autentica promozione umana e diffondere la Caritas in tutte le diocesi e le parrocchie, trasformando le stesse comunità in soggetti di carità evangelica: aperta a tutti ma con un’opzione preferenziale per i poveri.
Dagli anni ’70 agli anni ’90
Nell’arco di 20 anni la Caritas era presente quasi in ogni diocesi. A stimolarne l’espansione furono le tante emergenze in Italia e all’estero: dai terremoti del Friuli, Umbria e Marche, fino al ciclone in Bangladesh, alle guerre nei Balcani, in Ruanda e nella regione africana dei Grandi Laghi. Un elemento importante nella spinta propulsiva della Caritas è rappresentato dai giovani: a metà degli anni ’70 viene lanciata ai ragazzi la proposta dell’obiezione e del servizio civile, mentre alle ragazze agli inizi degli anni ’80, l’esperienza dell’Anno di volontariato sociale (Avs). Quelle migliaia di giovani rappresenteranno non solo una notevole presenza nei servizi proposti dalle Caritas diocesane, ma anche il segno di una presenza di pace che per molti giovani continua nella professione, nella famiglia, nella società, nella Chiesa.
Dal 2000 al 2010
Il 2000, anno del Giubileo, è caratterizzato da quattro grandi ambiti che coinvolgono la Caritas a livello nazionale e diocesano: il debito estero, la tratta di persone a scopo di sfruttamento sessuale, il carcere, la disoccupazione giovanile. Il primo decennio del 2000 viene attraversato da una serie di emergenze naturali e non che vedono la Caritas in prima linea nel portare aiuti umanitari, realizzare progetti d’emergenza ma anche di sviluppo e riconciliazione: in Mozambico, Corno d’Africa, Turchia, Somalia, Etiopia, Terra Santa e nei Paesi sconvolti dal disastroso tsunami del 2004. Nel 2009 la crisi economica e finanziaria produce forti ricadute sociali, sia nel Nord che nel Sud del mondo. Ripensare i modelli di sviluppo nell’ottica del bene comune diventa fondamentale. In Italia il terremoto in Abruzzo e i vari fondi anticrisi vedono la Caritas in prima fila, in un lavoro di coordinamento e collegamento. Il 2010 è soprattutto l’Anno europeo di lotta alla povertà e all’esclusione sociale con la promozione della campagna “Zero Poverty” delle Chiese europee e della rete Caritas.
Dal 2011 a oggi
Il 2011 sarà l’anno della “primavera araba” che infiamma i Paesi del Medio Oriente e Nord Africa, scatenando guerre che sono ancora lontane dalla fine, come in Siria. Ma sarà anche l’anno della siccità nel Corno d’Africa che colpisce oltre 12 milioni di persone. Caritas Italiana sin dall’inizio dell’emergenza in Nord Africa intraprende una fitta interlocuzione a livello istituzionale, sia in riferimento alla questione sbarchi – soprattutto a Lampedusa – che al tema dell’accoglienza diffusa sui territori, grazie all’attivazione delle Caritas diocesane. Nel contempo avvia azioni a sostegno delle Caritas dei Paesi coinvolti. Quanto all’emergenza siccità nel Corno d’Africa e nelle aree limitrofe, Caritas Italiana avvia una campagna di sensibilizzazione “Fame di pane e di futuro” e, grazie anche ad una colletta nazionale, risponde agli appelli delle Caritas di Somalia, Gibuti, Kenya, Etiopia. Nel 2016 papa Francesco apre il Giubileo Straordinario della Misericordia. Molte le iniziative, tra cui una campagna giubilare con Missio e Focsiv per “Il diritto di rimanere nella propria terra”. L’emergenza più grande che Caritas ha dovuto affrontare in Italia è stata sicuramente il terremoto, che ha colpito Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo, provocando quasi 300 vittime. Caritas – grazie al contributo Cei 8×1000 e alla colletta nazionale – ha subito avviato gli interventi necessari e attivato gemellaggi di solidarietà in costante contatto con Diocesi, Delegazioni Caritas locali. Sul versante internazionale– grazie anche al contributo del Comitato CEI 8×1000 – dall’inizio della guerra a tutto il 2016, Caritas ha sostenuto Caritas Siria e le Caritas nazionali dei Paesi del Medio Oriente che hanno accolto i rifugiati.
Il 2020 segna l’inizio della pandemia che sconvolge il mondo. Di fronte alle sfide drammatiche e le forti criticità, Caritas Italiana e tutte le Caritas diocesane hanno continuato a restare accanto agli ultimi, sia pure in forme spesso nuove e adattate alle necessità contingenti. A livello sociale la Caritas si è adoperata per rispondere al notevole incremento di problemi legati alla perdita del lavoro e delle fonti di reddito, alle difficoltà nel pagamento di affitti o mutui, al disagio psicologico-relazionale, alle difficoltà scolastiche, solitudine, depressione, rinuncia/rinvio di cure e assistenza sanitaria. La pandemia ha fatto da sfondo anche al 50esimo della fondazione di Caritas Italiana; a giugno 2021 papa Francesco in occasione dell’incontro in Vaticano dedicato a tutto il popolo della Caritas, ha indicato “tre vie, tre strade su cui proseguire il percorso: la via degli ultimi, quella del Vangelo e quella della creatività”.
A livello internazionale Caritas Italiana ha operato in tutti e cinque i continenti avviando e perseguendo una molteplicità di programmi. Nel 2021 ha avuto sviluppo la campagna congiunta “Caritas Focsiv: insieme per amore degli ultimi”, promuovendo interventi in 45 paesi con 64 programmi. Nello scorso anno Caritas Italiana ha supportato 91 micro-realizzazioni per un totale che supera gli 449 mila euro. Oltre 50 milioni di euro sono stati spesi nel 2021 da Caritas Italiana per supportare i programmi a favore delle fasce più deboli.
Nel 2022 il 42° Convegno nazionale ha segnato il ritorno all’incontro in presenza. Un prezioso momento di confronto e dialogo tra Caritas Italiana e i direttori e rappresentanti delle 218 Caritas diocesane. Nel 2023 a Salerno Caritas Italiana e le Caritas diocesane si sono ritrovate “agli incroci delle strade” per “Camminare insieme sulla via degli ultimi, per cercare i lontani e invitare gli esclusi”.
Gli orientamenti pastorali per il quinquennio 2023-2027 mettono Caritas Italiana proprio in cammino, “insieme sulla via degli ultimi, secondo lo stile del Vangelo, con creatività”. Dentro il cammino sinodale, le sfide restano molte per le Caritas in Italia, ma anche le prospettive di speranza. Puntando in particolare sui giovani, “le vittime più fragili di questa epoca di cambiamento, ma anche i potenziali artefici di un cambiamento d’epoca” come li ha definiti papa Francesco.
Per approfondire. L’eredità di mons. Nervo e mons. Pasini