Curare le ferite della popolazione con la preghiera e il sostegno concreto. Questo il senso della visita a Ischia che Mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della CEI, ha compiuto oggi, insieme al direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello, per incontrare la comunità dopo la frana dello scorso 26 novembre che ha causato 12 morti e centinaia di sfollati nel comune di Casamicciola.
«Siamo qui – ha affermato Mons. Baturi – per manifestare la prossimità di tutta la Chiesa alla popolazione, a quanti soffrono per una ferita gravissima, a chi ha perduto, a causa di un evento così tragico, i propri cari, le proprie case».
«Siamo qui anche per verificare – prosegue Baturi – quali sono i bisogni più immediati e quelli di prospettiva, per essere concreti nella solidarietà e nella vicinanza. Non è possibile pensare il futuro senza un dialogo con la popolazione, senza ascoltare, nella distinzione dei ruoli, ma anche nella chiarezza delle informazioni. Non bisogna sottovalutare che chi vive nella propria carne i disagi spesso individua con più facilità anche le soluzioni. Accanto a questo diritto di fare proposte, c’è poi quello a denunciare, ad alzare la voce se necessario. Bisogna costruire insieme. Ho visto gente spalare, costruire rifugi: questo è il simbolo di chi non vuole essere solo destinatario dell’aiuto, ma si mette a lavorare».
La CEI accompagna – in particolare tramite Caritas Italiana – la Chiesa locale e i tanti volontari che si sono mobilitati sin dalla prima fase dell’emergenza, per liberare le strade dal fango, accogliere gli sfollati, fornire generi di prima necessità, offrire un servizio di ascolto, sostegno morale e psicologico alle famiglie sfollate e in particolare ai più fragili.
Già lo scorso 2 dicembre don Pagniello era stato sull’isola per testimoniare vicinanza e fare il punto con la Chiesa locale sugli interventi. In stretto contatto con la delegazione regionale e con la Caritas diocesana, Caritas Italiana prosegue nell’impegno di restare accanto a quanti hanno perso familiari e amici e anche la propria casa o il proprio lavoro.
«Segno di speranza – ha ribadito il direttore di Caritas Italiana – è la grande mobilitazione e la partecipazione della popolazione locale, che pur nel dolore, con responsabilità si è dimostrata capace di grande solidarietà e va ora incoraggiata e sostenuta in questa delicata fase di ripartenza e di ricostruzione, perché nessuno sia lasciato indietro e soprattutto vi sia concretezza, trasparenza e certezza nei tempi».
Aggiornato il 5 Gennaio 2023