Sono momenti estremamente difficili quelli che la popolazione haitiana continua ad affrontare, ora anche a causa dell’aumento dell’instabilità politica. Questa situazione ha fatto precipitare la capitale, Port-au-Prince, in una situazione di grave insicurezza negli ultimi giorni e ha portato allo sfollamento di migliaia di persone dai quartieri poveri e vulnerabili conquistati dalle bande, verso quartieri non ancora colpiti situati nel comune di Delmas e del comune di Pétion-Ville. Lo stato di emergenza è attualmente prorogato fino al 3 aprile.
La violenza si aggrava e si diffonde giorno dopo giorno ad altri quartieri di Port-au-Prince e alle comunità vicine. Le violenze hanno portato a saccheggi, atti di vandalismo e alla chiusura della maggior parte delle istituzioni commerciali, pubbliche e private, e delle strutture sanitarie come l’ospedale Saint François de Salle (ente dell’arcidiocesi di Port-au-Prince). Altre istituzioni sanitarie hanno ridotto drasticamente le loro attività per paura di un attacco e anche per carenza di medicinali, di attrezzature mediche e di personale.
La maggior parte delle scuole pubbliche nei comuni di Port-au-Prince, Tabarre, Cité Soleil, Delmas, Pétion-ville, Croix-des-Bouquets e Carrefour rimane chiusa. Le compagnie aeree private hanno sospeso i voli per Port-au-Prince, poiché la zona dell’aeroporto è teatro di ripetute violenze. La Repubblica Dominicana già da tempo ha chiuso lo spazio aereo per i voli da e per Port-au-Prince, nonché le sue frontiere terrestri. La maggior parte delle organizzazioni che hanno un magazzino vicino all’aeroporto non possono accedervi.
Gli sfollati interni non fanno che aumentare dopo le recenti violenze. Alla fine del 2023, erano stati registrati circa 13.000 profughi interni a seguito di situazioni di violenza. Questo numero è salito rapidamente a 15.000, pari a circa 3.200 famiglie, all’inizio del 2024. Oggi gli sfollati sono circa 362.000. La maggior parte di queste persone si trova in 14 rifugi, tra cui tre nuovi allestiti nella municipalità di Port-au-Prince, e presso famiglie ospitanti.
Va notato che queste violenze si sono verificate dopo la dichiarazione del primo ministro haitiano dimissionario, Ariel Henri (il 29 febbraio 2024), di voler organizzare le elezioni ad Haiti per l’agosto 2025 e circa dieci giorni dopo l’esplosione avvenuta nella residenza privata di mons. André Dumas (vescovo della diocesi di Anse-à-Veau/Miragoane) che ha riportato ustioni di terzo grado.
La risposta della rete Caritas
In questa situazione Caritas Haiti cerca di far fronte alle numerose richieste di sostegno da parte degli sfollati, prendendo atto della riduzione o della sospensione delle attività umanitarie a Port-au-Prince. Si è organizzata la distribuzione di acqua potabile alle famiglie che accolgono sfollati nella zona dove si trovano gli uffici di Caritas Port-au-Prince e Caritas Haiti ed incontri tra l’équipe di emergenza di Caritas Haiti e quella dell’Ufficio diocesano di Port-au-Prince per individuare le azioni da intraprendere per assistere gli sfollati interni e soprattutto le famiglie ospitanti nei quartieri più accessibili e sicuri della diocesi di Port-au-Prince. Si prevede una campagna di sensibilizzazione sull’igiene in tre parrocchie dei comuni di Delmas e Pétion-Ville per identificare nuove famiglie ospitanti e sfollati interni a seguito delle recenti violenze.
Le organizzazioni stanno lanciando diversi appelli alle agenzie umanitarie per evitare una crisi alimentare e sanitaria che potrebbe causare migliaia di morti. Caritas Haiti sta lavorando insieme all’ufficio diocesano più colpito (Caritas Port-au-Prince) per sviluppare un piano di intervento.
L’équipe umanitaria di Caritas Internationalis sta monitorando da vicino la situazione insieme alla Caritas di Haiti, alla Caritas regionale dell’America Latina e al CRS/Haiti.
Caritas italiana da anni porta avanti il suo impegno a favore del popolo haitiano, garantendo il suo sostegno a Caritas Haiti, con la quale cerca di assicurare un impegno profuso in numerose aree del Paese in risposta alle numerose emergenze, con interventi che vanno dalla ricostruzione (post-terremoti e tifoni; nel 2010 fu indetta anche una colletta nazionale straordinaria) ad azioni di riabilitazione (promozione della salute, educazione, sicurezza alimentare, protezione dell’infanzia e delle categorie più vulnerabili). Inoltre partecipa al coordinamento di Caritas Internationalis che monitora costantemente l’attuale grave crisi sociopolitica che sta vivendo il Paese.
Giornata di preghiera
La Caritas America Latina e Caraibi, insieme al Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM) e alla Confederazione latinoamericana dei religiosi (CLAR) fa appello a dedicare il prossimo 22 marzo a una giornata di preghiera per il popolo di Haiti. In quel giorno molte comunità sono solite celebrare il “Venerdì di dolore” o “Maria ai piedi della croce”
Aggiornato il 22 Marzo 2024