1 Agosto 2024

Haiti

Gerda Milien, 36, walks home after a CRS distribution of food, blankets, hygiene kits, cooking pots and tarps and ropes in Roche Bateau. Gerda who has five children lost her home when Hurricane Matthew hit the town of Roche a Bateau. Roche a Bateau, a town roughly 30 miles south of Les Anglaise where the eye of Hurricane Matthew struck, has very few homes standing. 

Photo by Marie Arago for Catholic Relief Services

Situazione

Haiti, un Paese di 11 milioni di persone, che condivide il suo territorio con la più virtuosa Repubblica Dominicana, è ad oggi il Paese più povero dell’emisfero occidentale, con oltre metà della popolazione che vive in stato di grave insicurezza alimentare. Secondo le stime UNICEF, circa 4,4 milioni di persone ad Haiti hanno urgente bisogno di assistenza alimentare e 1,6 milioni di persone affrontano livelli di insicurezza alimentare grave.

L’esercito regolare ad haiti. Foto Ansa.

Da luglio 2018 Haiti è sprofondato in una crisi istituzionale e politica, poi peggiorata di mese in mese. Il 7 luglio 2021 il brutale assassinio del presidente Jovenel Moïse ha lasciato il Paese nel caos, aprendo la strada alla proliferazione incontrollata delle bande armate un po’ ovunque nella capitale. In questo clima di incertezza ed emergenza protratte, le bande armate hanno visto un terreno fertile per i loro affari criminali. Da quel momento ad Haiti è stato un crescendo di violenza e insicurezza, che ha portato all’evacuazione forzata di gran parte del personale umanitario presente nel paese, inclusa Caritas Italiana.

Dal 29 di febbraio  di quest’anno la violenza ad Haiti è schizzata alle stelle, rendendo la Capitale un campo di battaglia, con continui e violenti attacchi a infrastrutture chiave (ospedali, porti, aeroporti) e sedi del potere istituzionale e politico, costringendo l’allora primo ministro Hariel Henry a dimettersi. Per mesi il vuoto istituzionale ha lasciato il Paese sotto il totale controllo delle bande armate, accusate di omicidi, stupri, saccheggi e rapimenti a scopo di riscatto.  A giugno l’elezione di un nuovo primo ministro ad interim, Garry Conille,  e l’arrivo di una forza multinazionale guidata dal Kenya, ha riacceso una flebile speranza per le sorti del Paese, che non sembra però riuscire ad arrestare l’ascesa delle bande armate.

Nel frattempo, la popolazione sta affrontando una grave crisi umanitaria, con carenze di cibo, farmaci e altri beni di prima necessità. In molte aree i servizi essenziali sono crollati e l’accesso all’acqua potabile e al cibo diventa sempre più difficile. Ogni giorno, i bambini vengono feriti o uccisi.

Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale per le Migrazioni (OIM) nel mese  di luglio si contano 600.000 sfollati interni ad Haiti, a causa della violenza delle bande armate che continuano a mettere sotto assedio gran parte della Capitale. Più della metà di questi sfollati sono bambini e adolescenti, maggiormente esposti alla violenza, in particolare alle aggressioni, allo sfruttamento e agli abusi sessuali. Inoltre i minori sfollati e separati dalle loro famiglie vengono facilmente reclutati dalle bande armate.  La situazione è catastrofica e peggiora di giorno in giorno, 5 milioni e mezzo di persone (la metà dell’intera popolazione haitiana), tra cui 3 milioni di bambini, hanno bisogno di assistenza umanitaria (stime UNICEF)

Vivere nella Capitale haitiana è diventata ormai una lotta giornaliera per la popolazione allo stremo, che cerca di sopravvivere ogni giorno all’assedio e alla violenza.

Cosa sta facendo Caritas Italiana

La situazione di grave insicurezza e violenza diffusa e incontrollata rende la risposta umanitaria lenta e difficile, soprattutto nella zona metropolitana di Port au Prince, sono pochi infatti gli attori in grado di operare in questo contesto e prestare soccorso alle migliaia di sfollati nei quartieri di più difficile accesso. E i bisogni prioritari sono enormi in termini di sicurezza alimentare, ripari, acqua, sanità e igiene, istruzione, protezione.

In stretta collaborazione con Caritas Internationalis e con il supporto di un partner facilitatore a carico di CRS, Caritas Haiti, il cui staff locale è stato esso stesso vittima di questa situazione,  ha lanciato un appello di emergenza per rispondere alla grave crisi umanitaria che ha colpito la popolazione sfollata. In questo contesto Caritas Italiana sta valutando la risposta più adeguata da mettere in atto.

Nell’isola intanto si continua a sostenere alcune realtà locali, tra cui la congregazione dei Petits Frères de Sainte Thérèse de l’Enfant Jésus (PFST), con la quale si sta portando avanti un intervento in ambito educativo per la costruzione di alcune aule scolastiche a Cap Rouge, nella Diocesi di Jacmel, così da permettere ad un maggior numero di alunni di avere uno spazio sicuro dove svolgere al meglio la loro formazione.

Cosa ha fatto Caritas Italiana

Caritas Italiana da gennaio 2010 a dicembre 2019 ha finanziato complessivamente 221 progetti di solidarietà, per un importo di oltre 24 milioni di euro. Sul totale di questo finanziamento le spese di gestione gravano per una quota piuttosto ridotta, pari al 5,9%. Si tratta di una quota necessaria, che è stata utilizzata anche per il mantenimento di un ufficio nella capitale Port-au-Prince, dove sin dal terremoto del 2010 sono stati presenti degli operatori espatriati di Caritas Italiana, con il compito di accompagnare la Caritas nazionale di Haiti nella gestione degli interventi e sviluppare nel tempo la capacità di lavoro autonomo di tale organizzazione.

È importante ricordare che, per la realizzazione dei vari progetti, Caritas Italiana ha utilizzato il 96% degli oltre 25 milioni di euro raccolti grazie alla colletta straordinaria promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana il 24 gennaio 2010. Gli interventi di Caritas Italiana non sono stati solamente di tipo riparativo: la maggior parte dei progetti si divide equamente tra l’ambito “Formazione e inclusione sociale” (35,4%) e l’ambito “Socio-economico” (34,3%). La maggior parte dei progetti è stata realizzata nelle zone più colpite dal sisma (Dipartimenti Ovest e Sud-est). La forte presenza di progetti nella diocesi di Port-au-Prince è riconducibile ad attività della Caritas nazionale a favore dei più poveri.

Nel corso del 2020, grazie ai fondi della Conferenza Episcopale Italiana, sono stati finanziati due progetti anti Covid di protezione sanitaria in ambito ospedaliero e un progetto di distribuzione di dispositivi di protezione. Va sottolineato che, sebbene i test e la sorveglianza siano limitati, il numero ufficiale di casi confermati all’interno della popolazione haitiana (circa 11,2 milioni di abitanti) si è rivelato modesto. Il bilancio totale è pari a 10.127 persone positive e 236 decessi dall’inizio della pandemia, con un tasso di letalità del 2,56%.

Dopo il terremoto che ha colpito il Sud dell’isola il 14 agosto 2021 facendo più di 2200 vittime, Caritas Italiana si è subito attivata finanziando, con fondi CEI e fondi propri, numerosi progetti volti sia a un intervento di emergenza che di riabilitazione post-sisma, nei tre dipartimenti più colpiti. I fondi allocati per questa emergenza sono stati circa 1.600.000 euro. Nella fase di prima assistenza, i bisogni da soddisfare sono stati principalmente approvvigionamento di acqua, cibo, materiale igienico, medicinali, prodotti agricoli e disponibilità di cash per poter provvedere ai propri bisogni di base. Nello svolgimento della seconda fase di riabilitazione, si è dato spazio ad attività di protezione, di sostegno psico-sociale, di prevenzione alla malnutrizione nonché di ricostruzione. Le attività realizzate in questa fase hanno avuto particolare rilievo nel mitigare le conseguenze sociali della catastrofe e tutelare le categorie più vulnerabili.

Tra il 2022 e il 2023  Caritas Italiana ha concluso due progetti finanziati dall’Unione Europea nell’ambito della cittadinanza attiva e della sicurezza alimentare.

Aggiornato il 12 Ottobre 2024