L’indagine sulle competenze dei volontari “NOI+”, promossa da Forum Terzo Settore e Caritas Italiana, rivela che il 54% ritiene che il proprio impegno impatti sulla cultura, l’organizzazione dei servizi e gli stili relazionali.
Roma, 4 dicembre – I volontari italiani vogliono essere agenti di cambiamento. Le forme del volontariato sono variegate e, accanto ai fondamentali interventi in caso di calamità e a quelli occasionali presenti da sempre nel nostro Paese, c’è un impegno, anche continuativo e a lungo termine, che punta a cambiare in profondità le cose. A cominciare da sé stessi.
I dati parlano chiaro: i volontari percepiscono la loro azione come un importante fattore di cambiamento, tanto a livello sociale quanto personale. Il 54% del campione è convinto che la propria azione volontaria contribuisca a rendere migliori la cultura, gli stili relazionali, i modelli sociali e anche l’organizzazione dei servizi, per costruire comunità più giuste, inclusive e umane. In che modo? Innanzitutto, attraverso l’aiuto concreto e l’ascolto, ma anche attraverso l’innovazione sociale, l’attivazione di processi partecipativi, la promozione della cultura della solidarietà.
La trasformazione, peraltro, riguarda anche se stessi: 3 volontari su 4 (il 76%) sono convinti che fare volontariato abbia cambiato profondamente il proprio modo di pensare.
Sono questi alcuni dei principali risultati emersi dalla ricerca “NOI+. Valorizza te stesso, valorizzi il volontariato”, promossa da Forum Terzo Settore e Caritas Italiana, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Formazione di Roma Tre. Dopo aver indagato, lo scorso anno, le principali competenze agite dai volontari italiani su un campione di circa 10mila persone, l’impegno è proseguito con l’analisi qualitativa di oltre duemila risposte aperte date dai partecipanti.
Nelle prossime settimane tutti i risultati saranno presentati e discussi dagli enti promotori, con l’obiettivo di comprendere le traiettorie di sviluppo del volontariato e realizzare una sempre maggiore valorizzazione delle competenze.
In base ai dati di NOI+, la motivazione principale che spinge a fare volontariato è il voler dare un contributo alla propria comunità (considerata la più importante dal 63,7% del campione) seguita, con notevole distacco, dall’urgenza di far fronte ai bisogni (8,4%) e dall’aderire alla causa sostenuta dal proprio gruppo (7,3%). Tra i giovani assumono valori molto maggiori la possibilità di esplorare i propri punti di forza e mettersi alla prova (+18,2%) e l’opportunità di arricchimento professionale (+17,4%) mentre è percepita con meno intensità l’urgenza di far fronte ai bisogni (-10,6%). I giovani volontari, inoltre, sono maggiormente convinti, rispetto alla media, che fare volontariato contribuisca a cambiare la realtà (+6,5%) e che il volontariato cambi il loro modo di pensare (+4,6%).
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Il messaggio di don Marco Pagniello per i volontari:
La cura delle relazioni, la promozione del dialogo e il valore dell’incontro incarnano l’essenza profonda della vocazione cristiana: è nell’altro, soprattutto nei più fragili e negli ultimi, che il Signore sceglie di manifestarsi e farsi incontrare. Questo è il nostro orizzonte di senso, il punto di riferimento che illumina la nostra specifica chiamata.
In questa prospettiva, le esperienze di volontariato ci invitano a superare i confini dell’egoismo per abbracciare una visione più ampia di solidarietà e fraternità universale, con uno sguardo privilegiato ai più poveri. È un impegno che rende possibile la costruzione di spazi di libertà, di cittadinanza attiva e partecipazione, luoghi in cui intrecciare storie e gettare insieme le basi per un futuro di speranza.
A partire da questa consapevolezza, la Giornata Mondiale del Volontariato rappresenta un’occasione preziosa per esprimere gratitudine a chi, con generosità e spirito di gratuità, dona il proprio tempo e le proprie competenze al servizio degli altri. La costruzione di una società più giusta, inclusiva e solidale, capace di non lasciare indietro nessuno, passa anche e soprattutto da queste scelte concrete e coraggiose.
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Miriam Pintus, volontaria Caritas “Mi sta a cuore”: “Faccio volontariato perché…”:
Aggiornato il 8 Dicembre 2024