Giovedì 16 novembre ricorre la Giornata della Giustizia riparativa. Per l’occasione, presso il Seminario di Vittorio Veneto, sono stati organizzati due incontri per un unico titolo: “In-giustizia. Riparare per ripartire”.
Lo scopo di questa giornata è quello di sensibilizzare giovani e adulti, e coinvolgere le comunità sulla cultura riparativa. Un approccio e un’idea di giustizia “diversi”, recepiti peraltro nell’ordinamento italiano dalla riforma del sistema giudiziario ad opera dell’ex Guardasigilli Marta Cartabia: l’intento non è soltanto agire nei confronti dell’autore di reato, ma coinvolgere anche la vittima, i famigliari, le persone direttamente coinvolte nel fatto criminoso e la comunità sulla quale l’episodio si è inevitabilmente riflesso, in un percorso di presa di consapevolezza, di cambiamento e di recupero delle relazioni.
Gli incontri si terranno giovedì 16 nell’aula magna del Seminario vescovile di Vittorio Veneto, in occasione, appunto, della Giornata della Giustizia riparativa, promossa dalla CARITAS DIOCESANA DI VITTORIO VENETO in collaborazione con l’Ufficio Missionario e il Servizio per la pastorale giovanile della Diocesi, il gruppo di volontari per il carcere “Il Nodo” e l’associazione “La Voce”, referente dal 2019 per i programmi di Giustizia riparativa inviati dall’U.L.E.P.E di Treviso e Belluno.
«Nell’ambito della Giornata mondiale dei Poveri che ricorre domenica 19 novembre – spiega don Andrea Forest, direttore della Caritas diocesana – tra i tanti “invisibili” del nostro tempo, vorremmo porre quest’anno l’attenzione su quanti vivono l’esperienza del carcere. Persone che certamente hanno compiuto errori e reati, ma che la società, anziché preoccuparsi di recuperare e reintegrare, ritiene di dover nascondere dietro a muri invalicabili e dentro stanze anguste e sovraffollate… La giustizia riparativa agisce sulle relazioni, sulla presa di consapevolezza del male commesso, sulla possibilità di riparare, nei casi migliori anche con una vera e propria riconciliazione tra le persone coinvolte. Nota, fra tutti, è l’esperienza di Agnese Moro, figlia di Aldo Moro, nel suo convinto percorso di giustizia riparativa compiuto insieme ad alcuni ex brigatisti che parteciparono al sequestro e all’uccisione del padre».
Aggiornato il 15 Novembre 2023