Che significato ha per noi questo gemellaggio?
«Il progetto del gemellaggio con la Turchia è nato diversi anni fa e si pone in continuità di un rapporto già esistente fra la nostra Chiesa e quella turca. Si tratta di un bel rapporto di reciprocità. Se la Chiesa turca può essere più marginale, meno strutturata, è tuttavia molto più vitale, più dinamica, meno “sclerotica” e può aiutare anche noi a riprendere un cammino profetico. Il significato del gemellaggio è quello di aprire lo sguardo, gli occhi gli uni degli altri».
Quali i nostri obiettivi?
«L’obiettivo è prima di tutto pedagogico, perché le esperienze fatte dai giovani o dagli adulti delle Caritas diocesane toscane possano portare frutto nella vita cristiana delle singole Caritas di appartenenza. Ci piace molto pensare alla ricaduta positiva nelle diocesi: per è noi fondamentale la conoscenza dal vivo di un mondo come la Turchia pieno di complessità, di grandi contraddizioni, del quale ci arrivano dai media solo notizie velate. Vuol dire recuperare il senso della profezia, vale a dire non accontentarsi di quello che ci viene detto. Un altro obiettivo di questo gemellaggio è il sostegno a una Chiesa vulnerabile, grazie all’implementazione di progetti, alla nostra vicinanza. È per noi un’importante testimonianza di fede».
Don Armando Zappolini
Aggiornato il 8 Ottobre 2024