16 Gennaio 2025

Gaza. “Testimoni di storie dolorose ma piene di speranza”

La presenza di Caritas Gerusalemme prima e durante la tregua. Bisogno di passi concreti di pace

Accogliamo “con favore l’annuncio del cessate il fuoco a Gaza, che mira a porre fine alle ostilità a Gaza, alla restituzione degli ostaggi israeliani e alla liberazione dei prigionieri palestinesi”. Lo hanno scritto in un comunicato gli Ordinari cattolici di Terra Santa all’indomani dell’accordo per una tregua. “Speriamo che questo cessate il fuoco segni in modo importante la fine della violenza che ha causato sofferenze incalcolabili. Si tratta di un passo necessario per fermare la distruzione e soddisfare i bisogni umanitari urgenti di innumerevoli famiglie colpite dal conflitto”.

Anton Asfar

“In primo luogo”, dice in un messaggio il segretario generale di Caritas Gerusalemme Anton Asfar, “permettetemi di affermare che il cessate il fuoco a Gaza non è solo la fine di una fase sanguinosa, ma un’opportunità per salvare vite umane e ripristinare la dignità umana che è stata quasi schiacciata sotto gli orrori della guerra. Alla Caritas di Gerusalemme vediamo questo giorno come un nuovo inizio, ma sappiamo che la strada per raggiungere una pace reale e duratura è lunga”.

Per tutta la durata della guerra Caritas Gerusalemme è stata presente in ogni parte della Striscia di Gaza, condividendo le sorti della popolazione. “In ogni punto medico che abbiamo creato, in ogni paziente che abbiamo curato, in ogni famiglia che abbiamo sostenuto – emotivamente, moralmente e materialmente – abbiamo portato un chiaro messaggio umanitario: l’umanità prima di tutto, indipendentemente dalla religione o dall’appartenenza”.

Continua Asfar: “La guerra ha distrutto ospedali, case e scuole, oltre a parti della nostra sede principale a Gaza, ma non è riuscita a distruggere lo spirito dei suoi abitanti. Abbiamo visto uomini, donne e bambini di Gaza lottare per sopravvivere e abbiamo trovato nei loro cuori un coraggio e una fede che ispirano il mondo. In ogni punto medico che abbiamo allestito, siamo stati testimoni di storie umane dolorose ma piene di speranza”.

Con l’obiettivo di fornire il necessario supporto psicologico alle donne sfollate a Gaza, Caritas Gerusalemme ha recentemente organizzato un incontro per le donne che vivono nel campo di Al-Khair, nella città di Al-Zawayda. L’incontro di formazione e supporto è stato concepito per aiutare le donne a far fronte alle sfide psicologiche ed emotive che devono affrontare a causa dei continui sfollamenti e delle difficili condizioni di vita nel campo.

Un lavoro che non si è limitato alle cure fisiche. “Eravamo lì per sostenere la mente e l’anima, per ricordare agli abitanti di Gaza che non sono soli e che l’umanità è ancora viva”. Ora, “in collaborazione con i nostri partner locali e internazionali, continueremo a lavorare instancabilmente alla ricostruzione di Gaza. E con questo non intendo solo ricostruire gli edifici, ma anche ricostruire l’essere umano, preservando la sua dignità e dandogli la possibilità di vivere la vita che merita”.

Infine l’invito alla comunità internazionale “ad assumersi le proprie responsabilità, non solo per porre fine alla guerra, ma anche per garantire che non si ripeta. Alla nostra gente di Gaza dico: Voi siete la speranza, siete la luce che non si spegnerà mai”.

In conclusione un auspicio da condividere, oltre le parole: “Insieme, possiamo fare di questo cessate il fuoco un vero inizio per una pace duratura e per la giustizia che tutti cerchiamo”.

Proprio allo scopo di rafforzare le competenze rispetto alla possibile costruzione di percorsi partecipati sulla via della pace, Caritas Italiana ha avviato il progetto PeaceMed (Promuovere la pace come bene comune e potenziare le Organizzazione della Società Civile del Mediterraneo), che si svilupperà lungo tutto il 2025.

Aggiornato il 21 Gennaio 2025