Un’idea che parte da lontano, frutto di un discernimento vero e proprio, tra dubbi e certezze, tra formazioni e sogni. Il prossimo 27 agosto sarà l’ultimo giorno della mensa dei poveri gestita dai frati cappuccini che lasceranno definitivamente Rovigo. Dal giorno seguente partirà una nuova esperienza all’interno del Seminario diocesano, un piccolo passo prima di una rivoluzione più concreta.
«Quando i frati hanno comunicato che avrebbero lasciato il capoluogo e di conseguenza non avrebbero più gestito la mensa – racconta Davide Girotto, direttore della CARITAS DIOCESANA DI ADRIA-ROVIGO –, abbiamo subito parlato con il vescovo Pavanello della volontà di spenderci come Caritas e diocesi in un servizio importante verso la nostra società e per il nostro territorio».
«Il vescovo – continua Girotto – ci ha allora proposto di costruire questa mensa all’interno del progetto e della struttura denominata “Casa della diocesi”. Una casa che non si chiude ma si apre a tutti, soprattutto ai più fragili».
La struttura di chiamerà “locanda” e non “mensa”, perché quest’ultimo è un termine «che si colloca ormai in un pensiero di povertà; noi vorremmo che quello che stiamo costruendo diventi un luogo per tutti, non ghettizzante ma aperto a chi vive la “casa della diocesi” e a tutto il territorio. Concretamente se si sta bene nel contesto che si vive è più facile creare delle relazioni e salvaguardare il luogo stesso. Ci piace specificare che sarà la “Locanda della Casa” e non “della Caritas”».
Aggiornato il 24 Luglio 2023