Si è svolta dal 26 al 28 luglio la visita di Caritas Italiana in Giordania, con una delegazione composta dal Direttore nazionale, don Marco Pagniello, e il responsabile per il Medio Oriente e il Nordafrica, Fabrizio Cavalletti.
La Giordania, paese di 10,2 milioni di abitanti, è diventata nel tempo il naturale luogo di accoglienza di migliaia di rifugiati provenienti da paesi limitrofi. In tutto più di un milione e mezzo di persone. Tra queste oltre 1,3 milioni di siriani, l’80 per cento dei quali vive sotto la soglia di povertà. Tra i profughi in Giordania, solo il 19 per cento risiede nei campi di accoglienza ufficiali.
Sin dall’inizio della crisi siriana Caritas Italiana contribuisce a sostenere il lavoro di Caritas Giordania a favore dei rifugiati e della popolazione giordana più vulnerabile, ma la collaborazione è attiva da molti anni anche nel sostegno alle comunità giordane più vulnerabili.
Caritas Italiana dal 2022 collabora con Caritas Giordania anche attraverso la presenza di un proprio operatore nel paese, con l’intento di rafforzare la cooperazione e sviluppare nuove progettualità, come il progetto “Diffondere assistenza, protezione, supporto psicosociale e medico”, finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana con i fondi 8xmille; il progetto “Corpi Civili di Pace lungo le rotte dei migranti 2022”; il programma “Corridoi umanitari”.
Dopo le previste le visite a Caritas Giordania, ai progetti in corso, ai beneficiari, gli incontri con i vescovi e il Nunzio apostolico, la delegazione di Caritas Italiana ha visitato ai laboratori lavorativi per i profughi iracheni, promossi da Caritas Iraq. Qui una decina di rifugiati formati formano a loro volta altri profughi in attività di carpenteria, agricoltura, realizzazione di saponi, taglio e cucito. Successivamente si è svolta la visita al centro per persone disabili “Regina Pacis” dell’omonima Associazione. Il centro offre attività di riabilitazione, fisioterapia, educazione e altro, e rappresenta un’importante servizio per ragazze e ragazzi diversamente abili ma anche un segno per il contrasto allo stigma, attraverso il coinvolgimento di molti volontari.
Aggiornato il 6 Giugno 2024