La Campagna contro i rischi del gioco d’azzardo Mettiamoci in gioco e la Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II hanno organizzato oggi un incontro a Roma per rivolgere un appello all’opinione pubblica e ai decisori politici sulle gravi ricadute del gioco d’azzardo nel nostro paese, presentando una serie di proposte per regolamentare un settore cresciuto a dismisura anche per l’assenza di un quadro legislativo, di regole, adeguato.
All’incontro ha partecipato, tra gli altri, il presidente della Conferenza Episcopale Italiana Matteo Zuppi.
Il direttore di Caritas Italiana, don Marco Pagniello, è intervenuto sul tema: “Lotta all’azzardo. Iniziative e percorsi di animazione di comunità per prevenire e accompagnare”. I percorsi di animazione sviluppati da Caritas Italiana, ha detto, “hanno lo scopo di “aumentare la percezione dell’azzardo come di un problema sociale e di rafforzare la capacità della comunità di intervenire sul fenomeno. Ciò avviene offrendo strumenti di prevenzione e orientamento rivolti ai diversi gruppi che frequentano le parrocchie, migliorando le capacità degli operatori e dei volontari delle Caritas nell’individuazione della persona dipendente dall’azzardo e vittima del sovraindebitamento a causa dell’azzardo rafforzando infine la rete tra le Caritas e la collaborazione con le altre organizzazioni presenti sul territorio e con gli enti locali”.
Nel 2023 la somma di denaro raccolta dal settore del gioco d’azzardo ha raggiunto un nuovo record, salendo a 147,7 miliardi di euro. Nel 2022 era di 136 miliardi di euro. Un dato dietro il quale si nascondono le tante storie di sofferenza dei giocatori problematici o con vera e propria dipendenza e delle loro famiglie.
Sempre nel 2022, lo studio IPSAD realizzato dal CNR-IFC ha stimato in circa 20 milioni (43%) gli Italiani tra i 18 e gli 84 anni che hanno giocato d’azzardo almeno una volta nel corso dell’anno e in 800mila gli italiani della stessa fascia d’età che presentavano un profilo di gioco a rischio da moderato a severo. L’indagine sottolineava che sono proprio le persone con redditi mensili e titoli di studio più bassi a diventare più frequentemente giocatori problematici.
Per quanto riguarda invece gli studenti tra i 15 e i 19 anni, lo studio ESPAD del CNR-IFC stimava in 1.300.000 (51%) coloro che avevano giocato almeno una volta nel corso del 2022, in quasi 130mila i giocatori a rischio e in oltre 67mila i giocatori problematici.
I giocatori problematici sono coloro che manifestano un comportamento di gioco che genera conseguenze negative per sé stessi, per le persone che li circondano e per la comunità in generale. Questi individui possono anche perdere il controllo sul proprio comportamento di gioco.
Per dare un’idea più precisa delle dimensioni e della varietà di questo mercato, ricordiamo che, nel nostro paese, sono aperti oltre 15 milioni di conti gioco, vi sono 55 tipologie di lotterie istantanee (a maggio 2024, ad aprile 2023 erano 44), 47 tipologie di “gratta e vinci” online (a maggio 2024, ad aprile 2023 erano 24), 310.953 Slot e Vlt in esercizio (dati dicembre 2022), 200 sale bingo. E va sottolineato che, a fronte di una tale abnorme offerta, l’erario incassa solo circa 12 miliardi di euro, una cifra assolutamente sproporzionata rispetto al giocato.
Per far fronte a questa situazione, sempre più drammatica, e difendere realmente il diritto alla salute dei cittadini, Mettiamoci in gioco e Consulta Nazionale Antiusura avanzano le seguenti proposte:
- Approvare una legge quadro del settore, che deve avere come priorità la salute dei cittadini, che non può essere sacrificata per il profitto dei privati e l’esigenza di far cassa da parte dello Stato.
- Impedire realmente ogni tipo di pubblicità del gioco d’azzardo. Il divieto attuale viene aggirato facilmente da parte dei concessionari, con diversi escamotage. Bisogna evitare che l’offerta e gli operatori del gioco d’azzardo siano presenti, in qualunque modo e forma, sui media.
- Non utilizzare espressioni che hanno il solo scopo di nascondere la reale natura dell’azzardo. In particolare, è scorretto e inopportuno utilizzare il termine “ludopatia”, che non cita l’azzardo. Il termine corretto, anche dal punto di vista scientifico, è “disturbo da gioco d’azzardo”. Anche l’espressione “gioco responsabile” è fuorviante perché fa ricadere sull’individuo la responsabilità di un consumo problematico o di una dipendenza che sono, invece, attivamente perseguiti dal mercato. Infine, l’enfasi sul “gioco legale”, sempre richiamato dai concessionari, ha l’obiettivo di spostare l’attenzione sul gioco illegale, quando sappiamo da diverse ricerche e indagini che la crescita del gioco legale favorisce anche la diffusione del gioco illegale e che le organizzazioni criminali investono pesantemente anche nel gioco legale.
- Opporsi alla compartecipazione alle Regioni e agli Enti locali del 5% del gettito delle Slot e delle Vlt. Se questa proposta passasse, infatti, pregiudicherebbe l’indipendenza delle istituzioni regionali e locali rispetto al fenomeno, creando un conflitto tra l’esigenza di tutelare il diritto alla salute dei cittadini e il bisogno di aumentare le entrate, tanto più laddove la situazione economico-finanziaria delle istituzioni è più grave.
- Garantire il diritto all’accesso ai dati sulla diffusione del gioco d’azzardo nel nostro paese. Questi dati sono cruciali per conoscere l’evoluzione del settore e prendere così le decisioni migliori per regolamentare il settore e difendere i diritti dei cittadini. Istituzioni, associazioni ed esperti devono poterli avere nel modo più completo e tempestivo possibile, suddivisi per gioco fisico e online e per regione, provincia e comune. Registriamo su questo, ancora una volta, una reticenza e mancanza di trasparenza da parte dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, se non un vero e proprio ostruzionismo, che sono stati anche oggetto di interrogazioni parlamentari.
- Ricostituire l’Osservatorio per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave presso il ministero della Salute. Sarebbe grave che questo organismo fosse soppresso per istituire una Consulta permanente dei giochi pubblici presso il ministero dell’Economia, con la presenza dei rappresentanti della filiera dell’azzardo, come intende fare il governo. Sarebbe un deciso passo indietro rispetto a una conquista che sembrava acquisita.
Aggiornato il 5 Giugno 2024