Nella notte del 6 aprile l’Abruzzo e in particolare L’Aquila, sono stati colpiti da un terremoto devastante, che provocò 309 vittime, oltre 1.500 feriti, molti sfollati.
Caritas si attivò da subito per rispondere ai bisogni immediati. L’obiettivo ultimo – come in ogni grande emergenza – resta quello di accompagnare i tempi lunghi della ricostruzione, della ritessitura di relazioni e comunità, riassorbimento dei traumi sociali e psicologici, rilancio delle economie locali.
Grazie alla solidarietà di quasi 23.500 donatori e della Conferenza Episcopale Italiana, Caritas Italiana ha messo a disposizione delle comunità locali oltre 35 milioni di euro. Significativa in questo senso è stata anche la solidarietà della rete internazionale con più di 60 Caritas estere che hanno contribuito alla ricostruzione.
Sono stati realizzati: interventi di prima emergenza; 4 scuole per l’infanzia e primarie (la cui storia è raccontata nel video “Educare per costruire insieme il futuro”); 16 Centri di comunità; 7 strutture di accoglienza; 2 servizi caritativi; ripristinate 16 strutture parrocchiali per attività sociali e comunitarie; avviati progetti di animazione e aggregazione rivolti in particolare ai bambini e ai giovani, progetti sociali a favore delle persone in situazione di grave emarginazione, immigrati, giovani, famiglie.
Tutte iniziative caratterizzate dal valore della solidarietà e dello scambio tra comunità cristiane e Chiese sorelle.
Fare memoria di un evento è sempre l’occasione innanzitutto per pregare per quanti non ci sono più, per quanti hanno lasciato la vita sotto quelle macerie, ma è anche l’occasione per riflettere su tutto quanto poi è accaduto in quei giorni.
Riconoscere la tanta fraternità, la solidarietà e la carità vissuta. È anche l’occasione per imparare dalla storia, dagli errori commessi, per capire quanto di poteva fare e si può ancora fare. — don Marco Pagniello
Aggiornato il 6 Aprile 2024