
Si ricorda oggi l’ottantesimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale. Della Liberazione. Si veniva liberati – e ci si era liberati – dalla triste e tragica esperienza delle dittature fascista in Italia e nazionalsocialista in Germania.
Ancora prima della liberazione di Roma (4 giugno 1944), a un anno dalla fine della guerra, nell’aprile 1944, mons. Ferdinando Baldelli, su incarico di papa Pio XII, aveva creato la Pontificia Commissione di Assistenza ai profughi (PCAP, poi PCA infine POA, Pontificia Opera di Assistenza).
Sarà la PCA, dopo il 25 aprile 1945, ad affrontare – in collaborazione con gli organismi internazionali – le sfide dell’immediato dopoguerra: la realtà dei prigionieri, dei rimpatriati, dei feriti, degli orfani, delle famiglie disperse.
Dalle ceneri della POA, ma con un taglio diverso – non solo assistenza (che spetta all’ente pubblico) ma promozione della testimonianza della carità della comunità – nel 1971, per volontà di papa Paolo VI, nascerà Caritas Italiana e man mano si svilupperanno le Caritas diocesane.
Il primo presidente di Caritas Italiana, mons. Giovanni Nervo, era da poco stato nominato dal suo vescovo assistente al Collegio Vescovile Barbarigo di Padova, dove, dopo l’8 settembre 1943, entrò in contatto con gli ambienti della Resistenza: tanto da fare da staffetta portando comunicazioni e notizie ai partigiani riuniti sui Colli Alti del Grappa, dove ogni domenica saliva a celebrare la messa: “Facevo da ufficio assistenza e stampa del gruppo resistenti: si trattava di nascondere quelli che entravano in clandestinità ed erano ricercati, di procurare cibo per le famiglie, o per le mamme che avevano il marito arrestato”, ricordava. Nel 1944 Luigi Gui (padre costituente) portò a mons. Nervo l’opuscolo Uno qualunque: la politica del buon senso. “Con un rudimentale ciclostile ne duplicai alcune centinaia di copie che furono diffuse tra i gruppi della resistenza”.
Nel suo testamento scrisse: “Con l’esperienza della Resistenza mi hai dato, o Signore, il senso, il valore e l’amore per la libertà. Ti ringrazio, Signore”.
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Aggiornato il 25 Aprile 2025