
Si riaccende il conflitto a Gaza, a dimostrazione del fatto che il mondo è privo di leader politici all’altezza della situazione e di istituzioni internazionali capaci di vincolare al rispetto dei diritti umani chi sceglie la violenza come metodo per la risoluzione delle controversie.

Dopo la rottura della tregua a Gaza, Caritas Gerusalemme riferisce: “Per motivi di sicurezza, abbiamo dovuto sospendere tutte le operazioni umanitarie a Gaza, compresi gli spostamenti del personale e gli sforzi di ristrutturazione del centro medico”. Attualmente cento operatori e operatrici Caritas rimangono a Gaza, operando in dieci punti medici.
Caritas Gerusalemme continua a monitorare la crisi, determinata a riprendere i servizi salvavita il prima possibile. Il direttore di Caritas Gerusalemme, Anton Asfar, ha dichiarato: “Chiediamo un cessate il fuoco immediato e la fine dello spargimento di sangue prima che vengano perse altre vite innocenti”.
Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra. C’è un grande bisogno di riflessione, di pacatezza, di senso della complessità. — papa Francesco
Ferma la condanna di Caritas Internationalis. “Si tratta”, si legge in una nota, “della più grande escalation di violenza dal cessate il fuoco di gennaio e ha fatto sprofondare ancora una volta i civili nella paura, nella sofferenza e li ha costretto allo sfollamento. Il bombardamento è una grave violazione del diritto internazionale umanitario. Chiediamo con urgenza l’immediato ripristino della tregua per evitare ulteriori perdite di vite umane e proteggere la dignità e la sicurezza di tutti i civili. La protezione delle vite innocenti deve essere la priorità assoluta”.

La situazione è ulteriormente aggravata dal blocco totale degli aiuti umanitari e dalla chiusura del valico di Rafah, cosa che mette la popolazione di Gaza a rischio fame. Questa situazione, cui si aggiungono le lesioni fisiche e gli effetti sulla salute mentale delle persone, ha già creato una crisi sanitaria che richiederà decenni per essere superata.
“Le condizioni di Gaza erano già una catastrofe umanitaria estrema, con persone che vivevano in condizioni di carestia, senza cibo, acqua, riparo, fognature o qualsiasi servizio di base affidabile. Il blocco degli aiuti e i nuovi attacchi aggraveranno drammaticamente la situazione. Caritas Internationalis chiede un cessate il fuoco immediato e la possibilità di un accesso umanitario senza restrizioni. Esorta tutte le parti in conflitto e l’intera comunità internazionale a farne una priorità immediata. Ogni momento che passa senza agire costa altre vite innocenti”, ha dichiarato Alistair Dutton, segretario generale di Caritas Internationalis.
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È possibile contribuire agli interventi di Caritas Italiana per l’emergenza in Terra Santa, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario specificando nella causale “Emergenza Terra Santa” tramite:
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Aggiornato il 23 Marzo 2025