Sono quasi 600 i bambini e ragazzi ucraini provenienti da varie aree di un Paese martoriato da quasi un anno e mezzo di conflitto, accolti quest’estate dalle diocesi del Sud, del Centro e del Nord Italia per trascorrere un periodo di riposo: un periodo lontano dalla tragedia, dalle deflagrazioni, dalle uccisioni di una guerra che giorno dopo giorno sottrae, con violenza, innocenza e serenità a milioni di bambini in Ucraina. Sono infatti oltre 3.2 milioni i minori che necessitano nel Paese di urgente assistenza umanitaria.
Caritas Italiana continua a rimanere vicina alla popolazione ucraina sin dall’inizio di questa guerra, partecipando insieme alle Caritas nazionali, Caritas Spes e Caritas Ukraine, alla risposta umanitaria. Già nel 2022, in aggiunta alla risposta emergenziale, ha accolto con gioia la richiesta delle Caritas ucraine di collaborare per poter offrire un periodo di vacanza in Italia a tanti bambini, prima della ripresa delle attività scolastiche. Così Caritas Italiana anche quest’anno ha coordinato l’organizzazione dell’accoglienza estiva, grazie alla disponibilità, partecipazione e collaborazione di partner come diocesi, Caritas e rete Acli per poter garantire la migliore accoglienza possibile, garantendo vitto e alloggio, attività ricreative e di intrattenimento per tutti i bambini, gli adolescenti e gli adulti che li accompagnano.
I bambini e ragazzi sono stati accolti dal 1 al 16 luglio nel Meridione dalle diocesi campane di Acerra, Sessa Aurunca, Nocera Inferiore-Sarno, Teggiano Policastro e Aversa; nel nord Italia invece l’accoglienza, avvenuta dalla metà di luglio fino alla fine del mese in Veneto e Lombardia, è stata sviluppata grazie alla collaborazione fra rete Acli e le Caritas di Como e Vittorio Veneto. Un ultimo gruppo di ragazzi è accolto nelle Marche ad agosto (diocesi di Senigallia, Ascoli Piceno e Macerata).
“Questi ragazzi – afferma don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana – sognano sicuramente la pace, ma anche di poter tornare a una vita serena, normale, di poter tornare a scuola, di poter riabbracciare i loro amici e, per tanti di loro, anche i papà in guerra. Non dimentichiamo, poi, che molti di questi bambini arrivano da orfanotrofi e in loro c’è anche la speranza di poter sognare, finalmente, una famiglia”.
Aggiornato il 10 Giugno 2024