La vita di Magdeleine Hutin, poi suor Magdeleine di Gesù, alla quale è dedicato il diciottesimo volume della Collana PhonoStorie, curata da Caritas Italiana e RERUM – Rete Europea Risorse Umane, si può definire come la sequela del “Dio dell’impossibile”, come amava chiamarlo, che la condusse dapprima in Africa tra le popolazioni berbere, fra le oasi e le tende, ma anche nell’Europa dell’Est quando la cortina di ferro impediva qualsiasi tipo di scambio, fra gli zingari, fra i minatori, «povera tra i poveri, come il lievito nella pasta».
Amò le genti in viaggio, da subito, da sempre. Non sopportò le barriere, a cominciare dalle barriere che la vita religiosa del tempo imponeva. Il suo ideale fu sempre quello di essere mescolata, in modo anonimo, in mezzo alla gente, soprattutto quella ai margini, per portare loro con la sua presenza l’amore di Cristo. La sua fu una vita contemplativa nel cuore del mondo.
«Attuate sempre più la vostra vocazione di “farsi uno di loro”. Che non siano parole. Questo richiede molto, lo sapete. “Farsi uno di loro” significa arricchirsi al loro contatto, spogliandosi dell’illusione di avere sempre da portare qualcosa».
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Aggiornato il 30 Marzo 2023