Un volume realizzato dal Centro studi e ricerche Idos in collaborazione con Università di Bari, Dipartimento Scienze economiche Università di Tirana, Caritas Italiana, Fondazione Migrantes. È dedicato alla collettività albanese in Italia per rilevare i cambiamenti di questi ultimi vent’anni: dal primo sbarco del 1990, quando l’Albania era ancora sotto regime comunista, ai giorni nostri.
Negli anni ’90 gli albanesi in Italia erano il prototipo di una presenza indesiderabile, complici gli scafisti e gli ingressi irregolari; una sorta di capro espiatorio. Oggi i 400 mila albanesi soggiornanti in Italia costituiscono una presenza “normale”, sempre più apprezzata nel lavoro e nella vita sociale, con ridotti addebiti giudiziari salvo quelli riguardanti la criminalità organizzata.
La ricerca non si limita all’Italia e, nella seconda parte, viene analizzato l’impatto migratorio sull’Albania sia con le rimesse in denaro che con il ritorno fisico, le relative iniziative imprenditoriali e la valorizzazione delle competenze acquisite all’estero.
Entrambe le parti del volume sono completate da testimonianze e ricerche sul campo, tra le quali una di Caritas Italiana su più di cinquecento albanesi rimpatriati.
I capitoli di natura storica e socio-statistica si intrecciano con riflessioni giuridiche, imprenditoriali ed economiche e illustrano il modello di integrazione in Italia e i rapporti bilaterali tra i due Paesi.
Il volume, realizzato nell’ambito del progetto comunitario “Aquifalc”, mostra quanto sia fondato l’auspicio del Cnel di non ridurre la politica migratoria alle sole misure di pubblica sicurezza.
Aggiornato il 29 Marzo 2023